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Contratti a termine: senza causale fino al 31 dicembre 2021

Nel 2020 il Governo è intervenuto più volte sulla disciplina dei contratti a termine al fine di allentare le restrizioni del Decreto Dignità.

Il Decreto Sostegni si è occupato delle disposizioni riguardanti la proroga o rinnovo dei contratti a tempo determinato.

Le regole ordinarie in esso contenute sono state ritenute sfavorevoli per i lavoratori ed aziende che devono fronteggiare gli effetti della pandemia.

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La legge di conversione del Decreto Sostegni bis ha modificato il Decreto Dignità, prevedendo l’applicazione del regime speciale sui contratti a termine.

Contratti a termine: novità e limiti

I contratti a termine restano di durata di 24 mesi, ma dopo i primi 12 mesi “liberi”, se si vogliono prolungare, scattano le rigide causali legali:

Il mancato rispetto di tali condizioni comporta la conversione del rapporto a termine in contratto a tempo indeterminato (dalla data di superamento del termine di 12 mesi).

A queste 2 ipotesi, il Decreto Sostegni bis nella sua nuova formulazione ne aggiunge una nuova valida fino al 30 settembre 2022, ovvero:

“Lo scopo dichiarato dai promotori del Decreto legislativo numero 81 del 15 giugno 2015 n. 81, è stato quello di contrastare la precarietà, scoraggiando il ricorso di contratti a termine e incentivando le aziende ad avviare un maggior numero di rapporti a tempo indeterminato”.

“Il Decreto Dignità ha circoscritto la disciplina del contratto a termine vincolandone la durata a motivi specifici, le cd. “cause del termine del contratto”.

“Si tratta delle causali citate a cui, la legge di conversione al Decreto Sostegni bis recentemente emendata, vorrebbe aggiungere “la chiave di volta” delle esigenze indicate dai contratti collettivi”.

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Possiamo concludere nel dire che, ahimè, la crisi economica causata dalla situazione epidemiologica non è ancora rientrata.

 

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