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I social network rappresentano, in modo sempre più pervasivo, il mezzo di comunicazione necessario per non correre il rischio di sentirsi soli. Entrare a far parte del mondo dei social offre tanti vantaggi: dalla creazione di una community virtuale all’utilizzo di luoghi virtuali ad ampia visibilità utili per le nuove forme di mercato fino all’accesso a notizie in tempo reale.

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Ogni volta che decidiamo di creare un account nuovo su qualsiasi social network inseriamo i nostri dati con velocità disarmante e non facciamo neanche più attenzione al fatto che tutto sia gratuito in pochissimi istanti. Ma davvero è tutto gratis?

Le parole del Garante Privacy

Creare un account ricalca la forma giuridica di un contratto tout court e basterebbe questo per ricordarci che in qualsiasi contratto sono previsti servizi di cui fruire e condizioni da dover rispettare.

“Quando inserisci i tuoi dati personali su un sito di social network, ne perdi il controllo. I dati possono essere registrati da tutti i tuoi contatti e dai componenti dei gruppi cui hai aderito, rielaborati, diffusi, anche a distanza di anni. A volte, accettando di entrare in un social network, concedi al fornitore del servizio la licenza di usare senza limiti di tempo il materiale che inserisci on-line… le tue foto, le tue chat, i tuoi scritti, le tue opinioni […]

Quando metti on-line la foto di un tuo amico o di un familiare, quando lo “tagghi” (inserisci, ad esempio, il suo nome e cognome su quella foto), domandati se stai violando la sua privacy. Nel dubbio chiedigli il consenso […]”.

 

Cosa stiamo regalando?

Gratuitamente riceviamo e gratuitamente cediamo, con una differenza sostanziale: i nostri dati hanno un valore economico oltre che affettivo. Un valore economico che non si misura più in denaro ma in possibilità di intercettare preferenze e interessi, creando nell’utente la necessità di soddisfare bisogni sempre nuovi.

Le società proprietarie dei vari social network, infatti, proprio con il nostro consenso, profilano gran parte delle nostre interazioni, i nostri dati personali, le posizioni recenti e molte altre informazioni, volontariamente e involontariamente inserite sul web

 

Dove sbagliamo?

L’errore banale, di superficialità, che commettiamo ogni volta che creiamo un account social o semplicemente usufruiamo di un servizio online avviene proprio nella fase inziale all’ atto in cui, per poter confermare l’azione, spuntiamo l’opzione: “Confermo di aver letto e accettato i Termini e le Condizioni d’uso”.

Da quel momento, infatti, noi consentiamo alle società in questione di poter utilizzare i nostri dati per le finalità e con le modalità da noi stessi accettate.

Perché ci sorprendiamo inutilmente?

Ogni azione che si svolge sul web, ancor più che nella vita reale, è dettata e regolata da una regola ben precisa: la pubblicità.

Tutte le inserzioni pubblicitarie, infatti, che troviamo sui social network sono state selezionate per essere rivolte a persone con interessi simili, diventando esse stesse il “prodotto da vendere“.

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