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Pensioni: il personale del Comparto Sicurezza, Difesa e Soccorso Pubblico ha diritto ad essere risarcito

E’ possibile ottenere un risarcimento del danno per il personale del Comparto Sicurezza, Difesa e Soccorso Pubblico, dovuto alla responsabilità delle Amministrazioni di appartenenza per l’omesso (o tardivo) avvio delle procedure di negoziazione relativa al trattamento di fine rapporto e della previdenza completare.

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La ragione del diritto (in breve)

Il meccanismo pensionistico “contributivo”, introdotto con la riforma Dini, ha fortemente penalizzato – come è noto – le future pensioni del personale del Comparto Sicurezza, Difesa e Soccorso Pubblico.

La procedura di negoziazione, sarebbe servita a ridurre detto gap imputabile al nuovo sistema “contributivo”, e l’Amministrazione (quale datore) avrebbe dovuto perseguire l’interesse dei propri Appartenenti, conformemente alla previsione di legge.

Pensioni comparto sicurezza e soccorso pubblico: il presupposto per la richiesta di risarcimento (in particolare)

Per i comparti lavorativi indicati (Personale delle Forze Armate e delle Forse di Polizia ad ordinamento civile e militare) è prevista la costituzione di uno o più fondi nazionali di pensione complementare (oltre alla misura percentuale della quota di contribuzione delle Parti e alla modalità di trasformazione della buonuscita in TFR).

La mancata attuazione della previsione normativa, attraverso la negoziazione in quelle materie sopra indicate, ha danneggiato i lavoratori del Comparto, che si sono visti sfumare la possibilità di maggiorare la propria pensione.

L’evidente lesione subìta, dovuta all’inottemperanza dell’Amministrazione, fonda, dunque, la richiesta di risarcimento.

L’Autorità Giudiziaria competente

Per un lungo periodo, gli operatori del diritto chiamati a difendere il descritto diritto del personale del Comparto Sicurezza, Difesa e Soccorso Pubblico, proponevano l’azione sia dinanzi al TAR che alla Corte dei Conti.

Le rispettive Autorità Giudiziarie veniva adite su diversi presupposti, tutti degni di giustificare la colleganza giurisdizionale, ma, sollevato il conflitto giurisdizionale, la Corte di Cassazione, a sezioni unite, si è pronunciata il 20 ottobre 2020.

La Suprema Corte ha attribuito la giurisdizione al Tribunale Amministrativo, perché viene in rilievo non l’aspetto pensionistico (come molti operatori del diritto sostenevano), ma il rapporto di impiego e l’obbligo dell’Amministrazione di avviare la necessaria procedura di negoziazione.

Avvertimento della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione decidendo a favore della Giustizia Amministrativa, rispetto a quella Contabile, ha vincolato i titolari del diritto ad agire inderogabilmente entro 60 giorni dal provvedimento impugnabile, anziché entro un termine decisamente più ampio concesso per le azioni proponibili dinanzi alla Corte dei Conti.

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